MODENA
domenica
11 marzo 2001, S. Costantino
IL CASO RITALIN
Droga ai bimbi vivaci
in Emilia cresce il fronte del sì
Anfetamina per la cura di una 'finta' malattia Un affare miliardario
per chi fa la medicina
Si arricchisce di prove a dir poco sconcertanti (ma il vero scandalo
è che, ancora una volta, tali argomenti non fanno scandalo)
la vicenda dei bambini con la sindrome da "Disturbi dell'attenzione
con o senza iperattività" (indicata con la sigla Adhd),
curata (si fa per dire) con un farmaco psicostimolante, il Metilfenidato
(nome commerciale Ritalin), anfetamina che appartiene ai farmaci
d'abuso ed è inclusa nella tabella 1 degli stupefacenti.
Un gruppo di psichiatri ha elaborato un documento: «promozione
di salute mentale; prevenzione del disagio psichico e disturbi mentali
delle disabilità psicofisiche in età evolutiva»
in cui sostiene la validità del «deficit dell'attenzione
e del disturbo ipercinetico (Adhd)» e la necessità
di curarla.
Il gruppo di lavoro, nominato dal responsabile del programma di
salute mentale della regione Emilia Romagna, composto da dodici
rappresentanti della neuropsichiatria infantile delle Ausl di Piacenza,
Cesena, Modena, Reggio Emilia, Ravenna, Parma, Rimini, Imola, Bologna
città, era presieduto da Giovanni Polletta (noto per essere
negli anni 70-80 uno dei più accesi sostenitori della lotta
contro la medicalizzazione dei bambini, ed oggi folgorato sulla
via Damasco-farmaceutica).
IL DOCUMENTO. Per quanto possa apparire incredibile, il documento
a pagina 3 recita testualmente: «Ricerche catamnestiche, recentemente
confermate (da chi, dove, quando, con quale scientificità:
ci viene da chiedere) indicano determinanti del disturbo di natura
genetica ed ambientale, con fattori di rischio e di comorbidità
in un procedere psicopatologico che ha come prima manifestazione
il deficit dell'attenzione e il disturbo ipercinetico (Adhd), che
viene accreditato da una prevalenza del 4% nell'età scolare
(maschi e femmine). La maggioranza di questi bambini evolve verso
la normalità, ma la presenza di fattori di rischio (condizioni
sociali e culturali emarginanti, condizioni economiche di povertà,
famiglia multiproblematica, insuccesso scolastico) o di comorbidità
(disturbo dell'apprendimento, lievi disturbi del linguaggio) possono
deviare l'evoluzione verso un disturbo oppositivo provocatorio e
il disturbo della condotta...».
È una vera e propria rivoluzione culturale: il 'mala cosa
nascer povero' manzoniano, e le condizioni sociali di un bambino
che dalla notte dei tempi abbisognavano soltanto di interventi educativi
e sociali, oggi invece devono essere curati con droghe.
Ma non basta a pagina 4 il documento dei 13 saggi riporta testualmente:
«Nella popolazione che affluisce ai dipartimenti di salute
mentale della regione Emilia Romagna, ai servizi di neuropsichiatria
dell'età evolutiva, l'Adhd si colloca al di sotto del 5%:
ciò rappresenta una sottostima da attribuire probabilmente
più che alla disattenzione dei servizi sanitari, alla cultura
italiana tradizionalmente prudente nel riconoscere un disturbo dal
possibile sviluppo psicopatologico». La prudenza della nostra
cultura medica attuale di "fare tutto il possibile" per
evitare di diagnosticare come patologico un comportamento probabilmente
del tutto normale di un bambino, nel documento viene rinnegata.
IL DISSENSO. L'altra amara informazione ricevuta è che al
prossimo congresso nazionale di neuropsichiatria infantile che si
terrà a giugno, saranno soprattutto le nostre scuole di specializzazione
di neuropsichiatria infantile emiliano romagnole a sostenere il
diritto del Ritalin a entrare nelle nostre case, nelle nostre scuole
e nelle nostre farmacie, prescritto però dagli specialisti
in età evolutiva e non dai pediatri. Ad eccezione dei modenesi
Franco Nardocci ed Ernesto Caffo, che porteranno il loro dissenso
sul Ritalin all'interno del gruppo nazionale della salute mentale
e che hanno l'intenzione di promuovere quanto prima a Modena un
dibattito con la presenza degli addetti ai lavori, ma aperto a tutti
i cittadini, la maggior parte degli specialisti, pediatri e psichiatri
dell'età evolutiva sono sostanzialmente favorevoli al Metilfenidato
e alla sua introduzione nelle farmacie italiane.
Sembra importante a questo punto fornire alcune informazioni sull'Adhd
e sul farmaco Ritalin che dovrebbe curare questa presunta malattia.
La sigla Attention Deficit Hyperactivity Disorder (in italiano "disturbo
dell'attenzione e iperattività"), giustificazione usata
dalla Cuf (commissione unica del farmaco) per introdurre in Italia
il Ritalin, è sostanzialmente la riproposta dopo 50 anni
di una malattia letteralmente inventata in America ed indicata anche
come "sindrome del bambino iperattivo", o "danno
celebrale minimo" o "minimal brain disorder". Danno
celebrale minimo, dove minimo viene usato per indicare l'assenza
di un comportamento grave, e danno per dimostrare che ci troveremmo
di fronte ad un serio problema organico.
Per spiegare, questa malattia, si fa per dire, venivano indicati
99 sintomi prevalenti. I più comuni: difficoltà a
mantere la concentrazione; sembra non ascoltare; fatica a seguire
le istruzioni; si distrae facilmente; evita o non ama compiti che
richiedano un impegno mentale sostenuto; giocherella con mani e
piedi; si agita sulla sedia; corre e salta in maniera eccessiva;
ha difficoltà ad aspettare o rispettare i turni. Parla troppo;
parla troppo poco; interrompe e si intromette spesso nel discorso
altrui; ha difficoltà a svolgere attività tranquille...
LA «SPINTA». In altri termini le caratteristiche tipiche
dell'infanzia e della preadolescenza (irrequietezza, vivacità,
emotività, momenti di passaggio da una fase di crescita all'altra,
ecc.) di per sè normali e fisiologici, vengono trasformati
in sintomi da curare. Negli Stati Uniti l'Adhd viene curata con
un farmaco: il Metilfenidato (Ritalin in commercio), che è
una anfetamina, uno stimolante centrale: come tale appartiene, lo
ripetiamo, ai farmaci d'abuso ed è incluso nella tabella
1 degli stupefacenti.
Il commercio di questo prodotto rappresenta uno dei migliori affari
di tutto il mercato farmaceutico: secondo la Drug Enforcement Agency,
dal 1990 al 1995 le ricette del Ritalin sono aumentate del 600%,
con un giro di affari valutato sui 2 miliardi di dollari. Spiace
doverlo sottolineare, ma crediamo che sia questo volume d'affari
la spinta più importante a decidere di curare con un'anfetamina
anche in Italia, i ragazzi distratti, svogliati, disattenti...
I RISCHI. Negli altri paesi (ed oggi anche in America) esiste un
intenso difficile dibattito sugli effetti di terapie con Ritalin
in bambini dell'età scolare e della scuola media, dibattito
che è ben lontano dal giungere a risultati chiari. Preoccupa
soprattutto il fatto che il Ritalin stia diventando anche oggetto
di commercio illegale. Tritate e ridotte in polvere, le pillole
di Ritalin vengono infatti smistate da molti ragazzi nei campus
e nelle scuole al posto della cocaina. Uno studio dell'università
della California di Berkley afferma che i ragazzi trattati con Ritalin
hanno un rischio 3 volte maggiore degli altri di diventare tossicodipendenti.
Mentre altrove infuriano le polemiche, in Italia Adhd e Ritalin
entrano dall'ingresso principale in farmacia in nome della promozione
della salute mentale e prevenzione del disagio psichico e dei disturbi
mentali in età evolutiva. Poveri bimbi.