PSICHIATRIA DEMOCRATICA

 

CIDI di NAPOLI invita

i partiti, i sindacati, le associazioni professionali e culturali ad un confronto aperto: ciascuno si assuma, per la parte che gli compete, la responsabilità di sostenere una scuola che cresca e non si lasci annientare dalla svolta conservatrice.

24 GENNAIO 2002

ORE 16

SALA S. CHIARA - P.ZZA DEL GESU’ - NAPOLI

INCONTRO-DIBATTITO

INTERVENTO di FRANCO FRABBONI, Preside della Facoltà di Scienze della Formazione - Università degli studi di Bologna

INTRODUZIONE di Adriana Tocco e Annamaria Palmieri del Cidi di Napoli

 

  Il Cidi di Napoli denuncia

la filosofia complessiva del progetto Moratti - Bertagna, che destruttura il sistema scolastico ed apre la strada alla fine della scuola come luogo deputato alla formazione e allo sviluppo del pensiero libero e critico.

            La scuola di Berlusconi infatti è messa alla pari con le più svariate forme dell’extrascuola, dalle parrocchie ai centri sportivi, dalle botteghe artigiane alle imprese: ha meno tempo per formare e più burocrazia per certificare.

            In questa scuola del “realismo” che conserva l’esistente il Cidi individua un grave pericolo per la democrazia e  per il futuro delle nuove generazioni.

  Il Cidi si dichiara

            contro la marginalizzazione della scuola come luogo unitario della formazione del cittadino

            contro un pragmatismo che salvaguarda il mondo che c’è e rinunzia alla costruzione del mondo possibile

            contro  il rovesciamento del pensiero di don Milani, utilizzato strumentalmente nel documento Bertagna per ribadire il mantenimento delle disuguaglianze sociali

            contro un’idea della scuola soggetta agli imperativi del sistema tecnocratico ed economico

            contro l’invito alle scuole a farsi “imprenditrici” del sapere: la cultura non si svende né si vende

            contro lo svuotamento della funzione docente ridotta a mero filtro di “competenze” e conoscenze tecniche acquistate altrove

            contro la riproposizione, di triste memoria, della religione cattolica come disciplina tra le discipline (pur ridotte di numero)

            contro l’utilizzazione delle differenze di censo, di estrazione sociale, di cultura come strumento di divisione.

                       

Il Cidi rivendica

la centralità della scuola come luogo di formazione;

la  gratuità del sapere;

il ruolo della scuola pubblica laica e plurale come garanzia di equità e democrazia;

il riconoscimento della professione docente che si realizza soprattutto nella qualità del rapporto educativo e formativo con gli studenti.

  Il Cidi invita

i partiti, i sindacati, le associazioni professionali e culturali ad un confronto aperto: ciascuno si assuma, per la parte che gli compete, la responsabilità di sostenere una scuola che cresca e non si lasci annientare dalla svolta conservatrice.