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PSICHIATRIA DEMOCRATICA |
G. Carafa duca di Noja, N. Carletti, Mappa topografica della città di Napoli e dei suoi contorni, 1775 Napoli,.
Per informazioni
Mattina ore 9,00 - 13,00
Centro di Salute Mentale
Via S. Maria Antesaecula n°48/50
Tel. 0812545158/60
Fax 081295513
E-mail matogrosso@virgilio.it
ASL Napoli 1
Unità Operativa di Salute Mentale Distr.49
Via S. Maria Antesaecula n°48/50
Comune di Napoli
Memoria
&
Cultura
12 Maggio
Mostra di foto d'epoca, manifesti, pubblicazioni
26 Maggio
Arte e Artigianato
Auditorium
Centro di Salute Mentale UOSM 49
via S. Maria Antesaecula n°48/50
Orario di visita ore 9,00 - 13,00
Rione Sanità:
immagini e salute mentale
La memoria è l’inquilino preferito di un Centro di Salute Mentale.
La memoria, difatti, rappresenta -allo stesso tempo- possibilità di ritorno e stimolo per il futuro alla "guarigione".
Non dobbiamo però incorrere nell’errore di intendere e vivere la guarigione come trascendentale, oscura od imprescrutabile, ma qualcosa di vivo e pulsante. Possibile.
La memoria si connota, pertanto, qui, a tinte forti, come relazione intensa, vissuto condiviso, riconoscimento di luoghi, uomini e cose familiari.
La memoria è il sentirsi parte di una strada, di un vicolo, di un pianerottolo, dei quali si riconoscono le voci, i rumori e gli umori e nei quali ci si è finiti per identificarsi.
Il Rione. Questa prima mostra fotografica intende essere solo uno stimolo, ma immediato: rileggere insieme e riscoprire il senso dell’appartenenza, di una storia scritta a mille mani, con mille segni e toni diversi.
Uno spartito musicale dai mille toni : dagli acuti ai gravi.
E dentro questa musicalità le pietre antiche, le passioni e gli aneddoti, il sole che non ce la fa ad entrare e le preziose mani degli artigiani che levigano, impastano e fanno ruotare nell’aria un’intensa voluttà. Ed ancora mani che incollano, inchiodano e che imprecano.
La maestosità del sacro che ti invita e ti ammonisce.
La generosità degli uomini e la carità gravosa.
Ma soprattutto i mille e mille volti che sono realtà e metafora della vita.
Quella di tutti i giorni.
Dott. Emilio Lupo
Direttore della UOSM 49
"Artefici Magici" alla Sanità: terzo tentativo
Monumenti/Movimenti. In occasione del "Maggio dei Monumenti" del 1996 spostammo le nostre montagne, ossia i monumenti dell’arte e dell’artigianato del quartiere Sanità a Napoli. O perlomeno ci tentammo. Eravamo gli "Artefici Magici", un gruppo eterogeneo d’artisti e artigiani "residenziali" (e resistenziali) di Vergini - Stella - Sanità, guidati da una donna, la mitica Emma Esposito, docente del "Caracciolo", poi prematuramente scomparsa, ahinoi!
"L’arte scende in campo e si associa agli artigiani napoletani della Sanità; Gli artigiani adottano gli artisti!….", erano le parole d’Ordine scritte nel pieghevole di presentazione di quell’edizione del ‘96, la seconda degli "Artefici Magici", tutte e due volte ospitate – non a caso - nel "Centro d’Igiene Mentale" dell’ex U.S.L. 42, l’unica struttura sociale e "disponibile" della Sanità.
Quella vena sociale e partecipativa del "Centro", negli ultimi due anni, è andata ancor più precisandosi e radicandosi a ciò che è esterno alle mura del nobile edificio, già Conservatorio, quindi da sempre finalizzato ad attività educative e "curative".
La nuova edizione di questa mostra degli "Artefici Magici" alla Sanità, s’inscrive - quindi - in questa rinnovata dinamica di "lunga durata" sociale del "Centro"; essa tende a far attraversare (letteralmente) l’edificio dedicato alla "Salute mentale" del quartiere, dalla vita "normale", dal movimento, dall’alito vitale e dal sudore quotidiano del lavoro dell’arte e dell’artigianato, precisando in tal modo i nostri e gli altrui livelli di "diversità" e di "normalità". La speranza è che, questa volta, passato il "Maggio" le rose non sfioriscano, ossia che "passata la festa" non sia ancora una volta, come da proverbio, "gabbato lo Santo".
Ma ciò dipende da tanti fattori, in primis dal fatto che si costruiscano obiettivi condivisi e che poi si abbia la pazienza degli uomini di "lunga durata", come Noi.
Eduardo Alamaro e Annibale Oste curatori della mostra