PSICHIATRIA DEMOCRATICA
NAPOLI - Il Rione Sanità riscoperto dal centro di igiene mentale

Per una mattinata, dalle 9 alle 13, il famoso Rione Sanità di eduardiana memoria proverà a guardarsi allo specchio.

A pochi metri dalla casa dove nacque Totò, nel suggestivo spazio barocco della chiesa sconsacrata di Santa Maria Antesaecula,oggi sede del Centro di salute mentale Uosm 49, è allestita infatti una preziosa mostra di fotografie e documenti che testimoniano l’intensa vita del quartiere,dagli inizi del secolo ad oggi.

L’iniziativa è promossa da Emilio Lupo, responsabile sanitario del Centro e segretario nazionale di Psichiatria Democratica, e da Eduardo Alamaro ed Annibale Oste, designer il primo, scultore il secondo, originario fra l’altro proprio della Salita dei Cristallini.

Al centro del progetto c’è lavolontà di ricucire il apporto fra i pazienti del centro ed il loro luogo d’origine. Perché, come scrive Lupo, «la memoria è l’inquilino preferito di un Centro di salute mentale, il luogo che rappresenta allo stesso tempo una possibilità di ritorno e uno stimolo per il futuro alla guarigione».

Partendo da queste considerazioni  i  pazienti  sonostati sguinzagliati per tuttal’area che va dai Vergini fino allo Scudillo, a caccia di immagini,  fotografie,  vecchie   locandine,   volantini,tutti materiali documentaristici  che,  tramandati  di mano in mano e poi messi insieme, hanno la forza evocativa di ricostruire un percorso territoriale e storico di grande fascino culturale.Si parte dagli anni ’20-’30, e si giunge fino agli anni ’70,con un significativo spaccato di vita privata e pubblica: immagini di famiglie,di volti vecchi e giovani che hanno caratterizzato l’esistenza di questo territorio,uniti alle attività artigiana li un tempo motrici di un’economia a metà fra piccolo cabotaggio da vicolo e nuclei produttivi di taglio protoindustriale.

Tra le fotografie,   talvolta   appositamente ingrandite, è facile riconoscere   botteghe  ed esercizi commerciali, spesso sopravvissuti al tempo, anche se trasformati da se quenze di lavori di ristrutturazione.  C’è  la  vecchia cantina che vendeva, allora come   oggi,   l’Asprino   di Aversa, o il baccalaiolo che alle tradizionali «scelle» appese aggiunge ora i meno scenografici surgelati. Ma fra le curiosità più interessanti la mostra presenta alcune foto che testimonianole partenze delle macchine«infiorate» per Montevergine.

Sono grandi vetture scoperte (ovviamente a noleggio) che sembrano riprese dai copioni di Raffaele Viviani, con «paranze» di donne vestite a festa pronte a partire per l’Irpinia guidate dalla propria «maista».

Un rito tradizionale e diffusissimo fra i napoletani di un tempo,devoti alla cosiddetta Madonna Schiavona.

L’altra festa riconoscibile dalle immagini esposte è quella ovviamente di San Vincenzo Ferreri, ’«o Munacone», nume tutelare della Sanità. Spiccano fra le varie foto quelle con gli addobbi luministici e quelle dei cantati invitati alle celebrazioni. Fra gli altri si riconoscono Aurelio Fierro e Peppino di Capri, all’epoca giovanissimi. Infine Lupo e compagni hanno fatto realizzare ai propri pazienti anche un divertente opuscolo, «Detti e ridetti», che pubblica 109 modi dire,raccolti direttamente dalla viva voce degli abitanti del Rione.

Stefano de Stefano (Corriere del Mezzogiorno 12 maggio 2002