PSICHIATRIA DEMOCRATICA

 

 

 

 

Interrogazione a risposta scritta 4-09938

 

presentata da TIZIANA VALPIANA mercoledì 5 maggio 2004 nella seduta n.462

 

 

VALPIANA. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:

dal marzo 2003, per decreto ministeriale, il Ritalin, anfetamina a base di metilfenidato, è passato dalla tabella degli stupefacenti a quella degli psicofarmaci;

da quella data il farmaco, appartenente alla famiglia della morfina e della cocaina, può venire usato per «curare» i bambini affetti dal così detto «Disturbo da Deficit dell'attenzione con Iperattività» (ADHD o DDAI);

la casa farmaceutica che produce il Ritalin, la multinazionale Novartis, nella scheda tecnica scrive che: «un uso abusivo del farmaco può indurre una marcata assuefazione e dipendenza psichica con vari gradi di comportamento anormale [...] si richiede un'attenta sorveglianza anche dopo la sospensione del prodotto poiché si possono rilevare grave depressione e iperattività cronica»;

nonostante questo, però, la Novartis ha invaso il mercato americano, tanto che i piccoli americani «impasticcati» sono ormai circa quattro milioni;

nello stesso periodo in alcune scuole d'Italia è partito un progetto chiamato «Prisma», sponsorizzato da istituti privati, per individuare bambini affetti da questa sindrome tramite questionari per gli insegnanti e le famiglie;

le domande poste riguardano comportamenti molto comuni: ai genitori viene, per esempio, chiesto se il figlio faccia errori di negligenza, se si dimeni sulla sedia, se corra e si arrampichi o parli troppo, se si agiti o ascolti poco;

bastano poche risposte affermative ed il genitore viene invitato ad una «visita più approfondita», che potrà condurre alla prescrizione della medicina;

numerose ricerche hanno evidenziato come i bambini veramente iperattivi (disturbo che non comporta nessun tipo di deficit cognitivo) riescono a superare tale disturbo mediante psicoterapie ed interventi pedagogici mirati, senza l'uso di alcun farmaco, tanto meno del Ritalin che servirebbe soltanto a nascondere i sintomi senza intervenire a fondo sul problema;

la questione risulta ancora più allarmante alla luce della situazione degli USA, dove il farmaco è in uso da molto tempo, e dove alcuni pediatri e psichiatri hanno lanciato un vero e proprio allarme dopo aver riscontrato nei bambini trattati con il Ritalin effetti collaterali talvolta devastanti: alcuni di loro, ormai adulti, non riescono a condurre una normale vita sociale, rimanendo dipendenti dalla sostanza;

all'interrogante sembra che si voglia per forza porre sotto controllo farmacologico tutti quei bambini che non stanno alle regole e non si conformano ai canoni sociali stabiliti -:

a quali motivazioni debba esser fatta risalire la modificazione della tabella in cui è classificato il Ritalin;

se non ritenga pericolosa la possibile diffusione dell'uso di un farmaco così potente in età pediatrica e se non ritenga di dover scongiurare in ogni modo che gli interessi delle multinazionali farmaceutiche e degli istituti di ricerca privati possano prevalere su quelli reali dei bambini e delle loro famiglie;

se non ritenga opportuno riportare la situazione allo stato precedente, riconducendo il Ritalin entro la tabella degli stupefacenti. (4-09938)

 

 

 

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