laRepubblica ( Ed.Napoli ) 17 febbraio 2005


Gli utenti del Distretto di Salute Mentale diretto da Emilio Lupo utilizzati per fare da "ciceroni"
Da ex malati a guide turistiche
"Mostrando le bellezze di Napoli vinciamo diffidenza e depressione"



«A me è sempre piaciuta l´arte e finalmente mi ci posso dedicare», precisa Andrea mentre indica il seicentesco portale barocco dell´ex convento di Santa Maria Antesaecula. Ha 47 anni, abita in un basso umido a ridosso del "Cimitero delle Fontanelle" e alle spalle ha una storia di degrado e sofferenza. Oggi fa la guida per napoletani e turisti, illustrando le testimonianze architettoniche di quartieri "dimenticati" come i Vergini e la Sanità. Ma Andrea non è l´unico a svolgere quest´attività. Con lui ci sono anche Raffaella, Giulio e tanti altri. Sono loro, utenti che frequentano il servizio di Salute mentale del distretto 49 diretto da Emilio Lupo, i protagonisti del progetto "Lavori in corso". Lavorano senza diploma, ma hanno seguito corsi di formazione ad hoc. Fino a poco tempo fa erano marchiati solo come disagiati psichici, gente bisognosa di sostegno ma da tenere a debita distanza. Normali sì, ma non come gli "altri". Adesso l´unica etichetta che si portano orgogliosamente appiccicata al petto è quella plastificata su cui è stampigliato nome e ruolo: guida.
La prima esperienza (ma le iniziative sono tante e tutte mirate al reinserimento sociale) risale a Maggio dei Monumenti dell´anno scorso quando l´associazione ViviQuartiere diretta da Pasquale Molfetta, insieme a Marina Rossano, responsabile del Centro diurno e agli operatori Bruno, Carla, Marialuisa, Fabiana e Maria, realizzò le sette domeniche dei tour. Probabilmente il primo del genere in Italia. Osservano Molfetta e Rossano: «È una formula positiva che coinvolge anche gli abitanti del quartiere per raccontare il territorio con diverse sfaccettature, e non solo di carattere monumentale. Gente che ha dovuto vincere la diffidenza prima di mostrare il "basso" in cui vive. E anche i turisti si accorgono subito di partecipare a qualcosa che va ben oltre la semplice gita culturale. Da marzo attiveremo altri due punti informativi: Materdei e Quartieri Spagnoli». La prima visita si svolge nell´ex convento di Santa Maria Antesaecula. Ma è meglio far parlare Andrea: «Alle persone faccio anche vedere le "Cantarelle", sa a che servivano? Erano gli scolatoi, i posti dove si mettevano i corpi dei monaci morti. E proprio da scolatoio che è venuta fuori la bestemmia puozz sculà?».
Undici medici, 20 infermieri, 2 psicologi, un sociologo, un assistente sociale e 4 riabilitatori psicosociali, la Salute mentale dei rioni Stella, San Carlo e Colli Aminei, è una struttura dove, sottolinea Lupo, grazie anche alle «iniziative di ViviQuartiere si ridà impulso a un lavoro di rete che permette di uscire dal circuito perverso della psichiatria». Interviene Giulio, due volte sposato e una vita da vagabondo da quando aveva 17 anni: «Prima mi pareva che tutti ce l´avessero con me, ero pieno di fissazioni e manie. Ma ora sto meglio perché ho un lavoro che mi permette di conoscere tante cose. E se arrivano pure i 668 euro della pensione di accompagnamento, potrei addirittura cambiare casa?».