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PSICHIATRIA DEMOCRATICA |
il
manifesto, 22
gennaio 2004
IMMIGRATI
«Nei Cpt il trattamento
medico è manicomiale»
Brindisi
come Bologna: ospiti sedati con psicofarmaci. Parla il presidente di
Psichiatria Democratica
CINZIA GUBBINI
Rocco Canosa, Presidente di
Psichiatria Democratica e Direttore del Dipartimento di Salute Mentale della
Asl 4 di Matera, si recò in visita al centro di permanenza temporanea Restinco
(Brindisi), il 27 ottobre 2003 insieme ad Alba Sasso (Ds). Nella sua relazione
parlò della presenza di numerosi psicofarmaci nel centro, che alla luce
dell'inchiesta aperta a Bologna per i barbiturici trovati nel sangue di due ex
«ospiti», assume significato ancora più allarmante.
Quali medicinali trovò nell'ambulatorio?
Per una buona parte erano ansiolitici, detti tranquillanti
minori - benzodiazepine come Valium, Rivotril eccetera - ma ho anche visto
neurolettici, che vengono usati per curare le forme più gravi, come la
schizofrenia, e il Farganesse un vecchio antipsicotico ormai in disuso, della
classe dei neurolettici, con effetto potentemente sedativo
Quante persone li usavano?
Il dato mi colpì molto: il 90% degli ospiti
Su loro richiesta?
Più che su loro richiesta, direi come conseguenza della
situazione di tensione che si veniva a creare nel centro.
Nessuno degli immigrati faceva uso di psicofarmaci prima
della reclusione?
E' stata una delle spiegazioni che ci è stata fornita, ma
accanto a questo il medico ci disse che siccome i primi giorni di permanenza
sono terribili si verificano frequentemente casi di insonnia che viene curata
con la somministrazione di benzodiazepine
E i neurolettici?
In quel momento c'era una persona in trattamento, ricoverata
anche presso l'ospedale di Brindisi, che a loro dire necessitava di terapia
neurolettica. Tuttavia il Farganesse veniva utilizzato anche nelle situazioni
di agitazione psicomotoria
Cioè?
La tensione nel centro era palpabile, basti pensare che le
persone mangiavano per terra. Nonostante ci sia una mensa, infatti, non viene
utilizzata perché gli assembramenti sono considerati rischiosi. Quindi il cibo
viene precotto, portato da fuori, e consegnato alle singole persone nelle
stanze in cui dormono, dove però non ci sono sedie o tavoli, che potrebbero
essere usati come oggetti contundenti. Quindi non c'è nulla su cui poggiare il
cibo. Aggiungiamo uno stato psicologico di debolezza, dovuto al fatto di sapere
benissimo che la reclusione si concluderà con un'espulsione, ed ecco che la
situazione diventa incandescente. Le risse, non a caso, sono frequenti. Quindi,
tutto ciò che tranquillizza, dagli psicofarmaci più leggeri ai neurolettici,
viene utilizzato.
Ma è legale somministrare psicofarmaci a persone che non
ne fanno richiesta?
Il problema è a monte. Persone normali, nei fatti, sono
psichiatrizzata a causa di una situazione invivibile. Poi è chiaro: se non
dormono, piangono, sono depressi, e il medico propone di prendere una pillola
per dormire, magari viene accettata. Per questo credo che i centri siano
irriformabili, e vadano chiusi
Cosa comporta per una persona assumere psicofarmaci?
Intanto un forte rischio di dipendenza. Inoltre andrebbe
fatta una valutazione accurata dal punto di vista medico, visto che hanno
ripercussioni anche su altri organi
L'ambulatorio era adeguato?
Assolutamente no: non avevano nessun presidio aldilà degli
psicofarmaci. Mancava totalmente un presidio di pronto soccorso. I medici,
inoltre, sono generici assunti per contratto dalla cooperativa che gestisce il
centro, fondata da ex carabinieri, «Fiamme D'Argento». Insomma con una
preparazione del tutto generica