PSICHIATRIA DEMOCRATICA

 

Società Italiana di Psichiatria Democratica

Sezione Sicilia

 

Documento sulla proposta della Segreteria della Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome riguardante  “ Schema di Linee-Guida in merito all’applicazione di Accertamenti e trattamenti Sanitari Obbligatori per malattia mentale (Art. 34-35 Legge 23 Dicembre 1978, N.833 .)

 

Psichiatria Democratica sez. Sicilia ha organizzato a Caltagirone in data 23 Settembre 2004  un Seminario di studio sulle  proposte  suddette  ed esprime di seguito le valutazioni che sono emerse :

 

1)      per quanto riguarda l’Accertamento Sanitario Obbligatorio dopo una valutazione generale emerge l’eccessiva psichiatrizzazione dell’utenza, la perdita di ogni possibilità per la persona di esprimere consenso e adesione a quanto viene proposto dal medico trasformando lo stesso in un controllore sociale e inoltre vengono a perdersi gli interventi e gli aspetti riabilitativi.Lo strumento A.S.O. è previsto dall’art. 33  della legge 833/78 e all’occorrenza può essere utilizzato e in diversi casi in Sicilia è stato già utilizzato, soltanto che non è regolamentato. Trattandosi di situazioni molto diversificate e fluide sarebbe opportuno che non venisse regolamentato ma che di volta in volta, a seconda la situazione che si determina, sia il sanitario a decidere in merito alla sua attivazione e alle modalità. Appare arbitrario e molto grave, anche dal punto di vista etico e lesivo delle libertà personali sancite dalla costituzione, prevedere l’attivazione dell’ASO per l’interruzione del programma terapeutico o perché l’utente non viene più in ambulatorio, perché, nonostante la malattia mentale, molti utenti sono inseriti nel contesto sociale e bisognerebbe lasciare loro la libertà di cura così come avviene per chi è affetto da altre patologie.

2)      In relazione al Trattamento Sanitario Obbligatorio extraospedaliero si è contrari sulla possibilità di realizzarlo presso strutture semiresidenziali e residenziali afferenti al Dipartimento Salute Mentale in quanto queste strutture hanno finalità diverse e cioè riabilitative e non di cura delle acuzie. Mettere le persone in fase acuta assieme a persone che eseguono un programma di riabilitazione è un gravissimo errore tecnico;

 

3)      Riguardo a quanto previsto dalle linee guida in merito alla prosecuzione del T.S.O. presso strutture extraospedaliere con la semplice richiesta del tutore si è contrari in quanto il T.S.O. è un atto tecnico e il luogo del ricovero insieme all’opportunità deve essere indicato solo dal medico;

 

4)      In merito a quanto previsto per i LEA e alla possibilità di potere usufruire di trattamenti in essi previsti in tutto il territorio nazionale si è contrari in quanto tutte le normative evidenziano l’importanza di fruire dei trattamenti nel contesto di appartenenza e ciò ai fini anche di un buon inserimento sociale e lavorativo; inoltre ciò consente, come valore aggiunto, di contrastare lo stigma e il pregiudizio che invece sono alla base della “deportazione” delle persone sofferenti in luoghi lontani dal contesto di vita naturale;

 

Dalla valutazione generale è emerso che le linee guida sono caratterizzate da una eccessiva psichiatrizzazione e dunque riduzionistiche della complessità del fenomeno della malattia mentale; enfatizzano il ruolo del medico come controllore sociale e viene gravato di responsabilità che non sono tecniche e scientifiche ma che rispondono al principio del controllo sociale; inoltre viene messa in gioco la libertà individuale dei cittadini in merito alla decisione di continuare o no una terapia in uno stato di buona salute.

 

 

Caltagirone, 23 Settembre 2004

 

Per la segreteria regionale

Dott. Gaetano Interlandi

Email: interlandig@tin.it